Oceano. Filosofia del pianeta by Simone Regazzoni

Oceano. Filosofia del pianeta by Simone Regazzoni

autore:Simone Regazzoni [Regazzoni, Simone]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Ponte alle Grazie
pubblicato: 2022-04-20T22:02:14+00:00


Okeanós

Ogni volta che la pronuncio, che la scrivo, che la ripeto tra me e me, davanti o dentro il mare, questa parola che non cessa di affascinarmi e che amo, mi dà la rassicurante illusione di parlare greco, di riportarmi all’origine semplice di tutta una storia che amo raccontarmi sulla soglia della notte, come una favola propizia al sonno: Okeanós al cuore del Greco, della cultura greca, del mondo della filosofia e dei poeti Greci.

Ma tutto qui è più complesso, enigmatico, oscuro, come la soglia in cui il sonno e la veglia si mescolano, la storia e la preistoria si intrecciano. E non potrebbe essere altrimenti, trattandosi di religione greca: «Se è certo che la religione greca riceve l’impronta dalla sua preistoria, altrettanto vero è che quest’ultima rappresenta un intricato groviglio di relazioni».1

Così mi chiedo, spaesato: dove si trova Okeanós? Da quali profondità ci è giunta questa parola? Che lingua parla? Chi parla?

Non ci sono risposte certe in merito, ma solo ipotesi che mi piace sognare insieme, senza possibilità di scegliere l’una piuttosto che l’altra, senza rinunciare a niente: Okeanós potrebbe derivare dal sanscrito a-sayana «che sta sopra» come dall’indoeuropeo *oky-eianos «(il dio fiume) dal corso rapido».2

Robert Beekes, che menziona queste ipotesi pur non ritenendole attendibili, suggerisce un pre-greco *ūkān.3

Ipotesi seducente.

Ma cosa significa pre-greco?4

È il mondo della Grecia non-greca, che precede la migrazione dei primi Greci che giunsero nella regione, attorno al 1950 a.C., attraverso i Balcani dalle steppe attorno alla costa settentrionale del Mar Nero oppure dalle terre carpato-danubiane.

È un mondo di lingue pre-indoeuropee a noi sconosciute, parlate nella Grecia preistorica nell’epoca del Bronzo antico o Elladico antico (periodo che inizia attorno al 2800 a.C.) prima dell’arrivo di popoli la cui lingua derivava dall’indoeuropeo. Si tratta di lingue da cui il greco ha attinto: diverse parole greche tra cui Okeanós non possono essere fatte derivare infatti dall’indoeuropeo.

È a questa vertiginosa profondità preistorica che prendono forma la parola e il mito che, circa 2000 anni dopo, ritroviamo nell’Iliade quando si tratta di menzionare la divinità che è all’origine del tutto e che Talete, a sua volta, ripenserà come principio di tutte le cose.

In principio è Okeanós – così narra la parola poetica omerica che reca già in sé traccia di un mondo più antico, di un patrimonio mitico pre-omerico e pre-olimpico, profondamente legato a Oceano. Non dobbiamo infatti dimenticare che Omero rappresenta il momento di passaggio da una mitologia più antica dominata da oscure potenze legate al mare a un nuovo pantheon di divinità.

Okeanós è la principale di queste oscure potenze preolimpiche.5

In questa cornice Okeanós è il nome di un primigenio pensiero dell’origine come flusso e smisurata forza acquorea che viene ripreso dai primi filosofi presocratici. Questa ripresa non è frattura, bensì trasformazione: il pensiero primigenio che in forma mitica pensa l’origine oceanica del tutto ha infatti già in sé un’innegabilmente cifra filosofica.

Nel mito cosmogonico di Okeanós più vecchio della poesia omerica c’è una filosofia di cui la filosofia presocratica è la riscrittura: una filosofia della metamorfosi, del divenire, della



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